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Monumento della Pace

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L’opera, pensata e realizzata dallo scultore Luigi Russo Papotto, è stata inaugurata nel maggio 2005 ed è il frutto di un lungo percorso di ricerca e progettazione durato quasi venti anni.
Il monumento – scrive Russo Papotto – vuole essere il simbolo visibile di un dialogo possibile tra i popoli.
In una civiltà ormai inter-etnica, eppure ancora intollerante, l’opera crea un filo fra la vita e la morte con evidente esplicita rilevanza.
La scultura nasce per ricordare ventiquattro ragazzi di Traversagna che sono caduti, durante il conflitto del 1915-18, per la inconcepibile logica della guerra.

Questi giovani rivendicano memoria e, nel contempo, ci invitano ad un continuo impegno per un futuro di pace: ventiquattro ragazzi che continuano giorno dopo giorno,a morire negli angoli più disparati del mondo; nomi che scompaiono e si mescolano ad altri; umanità cancellata da falsi ideali, da interessi oligarchici, dall’ignoranza.

Per tendere a quel salto di qualità che saldi, una volta per tutti, l’io al tu, in una condizione di reciprocità, bisogna riconoscere la morte come negazione ed inizio di un nuovo cammino che porti a creare la condizione migliore per vivere in armonia in un mondo che non preventivi più monumenti ai caduti.

L’opera si sviluppa essenzialmente in tre nuclei narrativi:

una stele che simboleggia l’incontro e la relazione fra cielo e terra;

  • una “memoroteca” contenente i nomi dei ventiquattro ragazzi caduti; nomi riposti a lettere sparse in modo da poter idealmente ricomporre altri nomi: i nomi di coloro che continuano a morire a causa della bestialità umana; morti senza nome, senza memoria nè monumenti;
  • un luogo circolare con otto de-forme che costituisce un punto di incontro dove i bambini possono giocare, sedersi, leggere, pensare;
  • un luogo da fruire che dista solo ventiquattro passi dalla memoria.

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